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Arte, il ricordo del pittore Luciano Schifano. Tra i suoi interventi più significativi le vetrate della cripta della Basilica di Santa Croce

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Il 14 ottobre 1995 vengono inaugurate le quattro vetrate poste nella Cripta, sotto l’Altare maggiore, con la presenza di Padre Franchi, rettore del monastero francescano di Santa Croce e della soprintendente all’Opera di Santa Croce

di Andrea Cianferoni

Il 25 maggio 2024 nella Cripta dei Caduti nella Basilica francescana di Santa Croce a Firenze, ha avuto luogo il ricordo del pittore Luciano Schifano, diventato un artista affermato negli anni ’70 quando era un artista di punta della Galleria “Contemporarte” di Sergio Denti (Firenze) ed esponeva in permanenza alla Galleria La Barcaccia di Antonio Russo a Roma che curò la pubblicazione di una sua importante monografia per i tipi Russo & Russo editori, con testi di Giulio Petroni. Da allora il pittore di origine libica e fiorentino di adozione divenne un «habitué di Nardò e del Salento». Il suo «ingenium creativo» seguiva sempre una ricerca appassionata e profonda della propria personalità, scansando i richiami della notorietà. Sarebbe dovuto ritornare a Nardò, molto presto. Tra tutti i suoi interventi più conosciuti la realizzazione delle vetrate della cripta della Basilica di Santa Croce a Firenze; la grande mostra dell’82 nella Basilica di San Francesco d’Assisi per la celebrazione dell’VIII Centenario della nascita del Santo; la sua partecipazione alla Biennale di Grafica di Baden Baden dell’85; le mostre al Castello di Carlo V di Lecce dell’88 voluta dall’Azienda di Soggiorno e Turismo, con catalogo Mazzotta e testi diToti Carpentierie Flavio Caroli, e del 2008 voluta dal Comune di Lecce, curata daMarina Pizzarelli; il suo drappellone al Palio di Siena dell’86; le mostre “100 opere diLuciano Schifano” voluta dalla Regione Umbria nel ’97, “La transumanza” al Palazzo Piccolomini di Pienza nel ’99 e “I due Soli” del 2000 al Museo Civico di Padova. Ed infine le tante mostre personali alla Galleria L’Osanna; l’ultima nel 2012 presentata da Marinilde Giannandrea. Il 14 ottobre 1995 vengono ufficialmente montate e solennemente inaugurate le quattro vetrate poste nella Cripta, sotto l’Altare maggiore, con la presenza di Padre Franchi, rettore del monastero francescano di Santa Croce e della soprintendente all’Opera di Santa Croce, la sig.ra Stefania Fuscagni. L’evento è organizzato dall’Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Guido Clemente, dalla Soprintendenza archeologica della Toscana (Soprintendente Francesco Nicosia) e dal Comune di Firenze (Roberto Conforti, Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico di Firenze). Luciano accetta con entusiasmo la proposta di realizzare le vetrate, sperimenta il vetro e approfondisce la figura di San Francesco,in uno degli ambienti più belli, solenni e suggestivi, ma anche più difficili, dello “spazio sacro” di Firenze, nella parte più antica della basilica e a un passo dalla Cappella Bardi dove troviamo un ciclo di pitture a secco su parete di Giotto dedicate a San Francesco. Il posizionamento delle vetrate avviene, prima dell’esposizione nella cripta dei cartoni progettuali dal titolo Dal sacro al profano,e dei disegni preparatori realizzati su carta, in grandezza naturale. Le vetrate create da Luciano Schifano, dedicate a San Francesco D’Assisi, rappresentano gli elementi fondamentali del cosmo e della vita presenti nel Cantico delle Creature. Sono idealizzate tramite una tecnica particolare senza l’uso tradizionale delle cosiddette “connessioni a piombo” in maniera da consentire una lettura non “spezzata” delle immagini. La vetrata principale dedicata al sole con il titolo: il sole, il saio e il cilicio, rappresenta il simbolo creato originalmente nel 1982 per la mostra di Assisi, per l’VIII centenario della nascita di San Francesco: Immaginiamo un tema sacro.Seguono Sorella acqua e Sorella terra, Fratello vento, Fratello foco. Di Schifano furono apprezzati e ammirati non solo la perizia artistica e il discorso poetico dell’artista, ma anche l’abilità tecnica, i colori vividi e profondi, che cambiavano di intensità col cambiar della luce esterna e delle ore del giorno. Si festeggiava il settimo centenario della fondazione della basilica francescana che è – tra le grandi chiese di Firenze – la più cara al cuore degli italiani perché vi riposano Michelangelo, Machiavelli, Galilei, Alfieri, Gentile, Foscolo, Rossini, il cenotafio di Dante e altri fra i grandi della nostra Italia. Alle mostre in Assisi, del 1981-82, all’esposizione fiorentina, un filo inscindibile collega Frate Francesco alla comprensione di Luciano Schifano e conferma una delle più evidenti caratteristiche dell’espressione di questo artista: la coerenza contenutistica e formale che continuativamente e con reale costanza si ritrova nelle sue opere (Bruno Santi, Soprintendente ai Beni Artistici e storici di Siena e Grosseto). Così scrive di Schifano Giovanni Spadolini: è giusto che uno dei nostri artisti più seri e qualificati abbia dedicato a Francesco D’Assisi, ripercorrendo un cammino d’omaggio e interpretazione artistica di Francesco, che nasce da lontano, dai Grandi della nostra arte, Cimabue e Giotto, una ricerca, un omaggio che, con le caratteristiche pur difficili dell’arte di oggi, si pone come un monumento iconografico francescano unico nel nostro secolo per il numero delle opere, l’impegno, la qualità. Il ricordo affettuoso di Luciano ci giunge dallo storico Franco Cardini. Lo amiamo, davvero, Luciano Schifano. Lo amiamo tutti ancor più forse di quanto lo ammiriamo. Amiamo i suoi bei cavallini – sogni, giocattoli, simboli – i suoi colori forti e terrosi, la sua fantasia d’uomo legato al mare, alla montagna, alla campagna, perfino al deserto presso il quale è nato. Una forza della natura in un corpo esile: come Francesco d’Assisi. Un uomo che, al pari di lui, sembra saper parlare agli animali e a Frate foco che gli è di tanto aiuto nel suo lavoro di modellatore del vetro e della creta. Grazie, Luciano, come poeta, di forme, luci e colori, non ti capiremo mai del tutto e a fondo: sei troppo alto, troppo profondo. Ma la nostra gratitudine per la gioia che in noi sa suscitare la tua capacità di creare bellezza, quella ti accompagnerà, per sempre. L’incontro nasce dal desiderio di riportare alla luce i colori, la maestria e la personalità dell’artista e architetto Luciano Schifano e di proseguire il cammino intrapreso dalla scrittrice amica di Luciano, Lorena Fiorini, che ha ristrutturato un casale dove ospitare, grazie alla famiglia di Luciano, alcuni suoi dipinti, a Stia in Casentino. Parafrasando San Francesco, ci siamo avviati a un recupero che sa di Và, e ripara la mia casa. Nel 2011, l’allora Sindaco di Stia, Luca Santini, lo ha portato a realizzare una delle sue più spettacolari esposizioni, al Museo dell’arte della lana in occasione della Biennale d’arte fabbrile. Un importante evento che suggerisce scenografie in più angoli del paese laddove arte e cultura sono una risorsa e un investimento per il futuro. Il Maestro viene ringraziato per aver scelto il paese di Stia e per aver contribuito a divulgare l’arte ma anche la scoperta del territorio. Per i saluti istituzionali erano presenti Maria Di Benedetto, Architetto, Consigliere dell’Opera Santa Croce, Padre Giancarlo Corsini del Superiore Ordine Frati Minori Conventuali Toccanti i ricordi di Rosmarie Eichemberger, vedova di Schifano, con la relazione sull’opera del marito Santa Croce, ieri, oggi, domani, sempre, dei critici d’arte che lo hanno avvicinato e seguito, Corrado Marsan e Claudio Cestelli, degli amici cari, l’avvocato Console del Senegal Eraldo Stefani, che ha commissionato nel 1996 al Maestro lo scudo consolare della Repubblica del Senegal di Firenze affisso all’esterno della sua sede, e Mauro Landi, il collaboratore più stretto e fidato che ancora oggi cura le opere di Luciano Schifano. Ha chiuso l’incontro la scrittrice Lorena Fiorini. La ricorrenza è stata realizzata con i patrocini del Comune di Pratovecchio Stia  e dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, dalla FIDAPA BPW Italy Distretto Centro e FIDAPA BPW Italy Sezione Roma, il Rotary Club Casentino,  il Consolato del Senegal e l’Associazione Culturale Scrivi la tua storia con Il Casale Pratovecchio Stia. A chiusura dell’evento è stato eseguito, in memoria di Luciano, l’oratorio sacro Pasqua a Firenze di Don Vincenzo Arnone.

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