Luciano Schifano

LUCIANO RITORNA A STIA, AL CASALE DI PRATOVECCHIO STIA

Un Amico caro è tornato a farmi visita. E’ apparso nella mia vita diversi anni fa e l’ha inondata di allegri e spensierati colori, mi ha ancora di più avvicinato all’arte, quell’arte che Luciano ha servito nel tempo breve della sua esistenza. Poteva donarci e aggiungere ai tanti incontri lavori preziosi usciti dal suo cappello di prestigiatore. Un soffio, in una fredda, lunga notte invernale è volato via, senza preavviso e senza salutare nessuno. Ho cercato di riparare. Dopo la telefonata di suo figlio Ramon, che mi annunciava la sua assenza, e lo sconcerto che ne è seguito, mi sono trovata in una spoglia cappella del Chianti, a dargli, solo io, l’estremo saluto. I suoi cari lo avevano preceduto a Siracusa dove lo avrebbero ospitato.

Ho raccolto con amore alcune sue opere, alcuni suoi disegni, in un Casale toscano, ristrutturato in modo conservativo, a Pratovecchio Stia, dove andare a ritrovare il suo pensiero, la sensibilità e l’abilità profusa a piene mani. Instancabile il nostro artista, su più fronti e più orizzonti, finalmente ha trovato casa e la quiete di un luogo inviolabile, a futura memoria, e qualcuno che lo ha apprezzato e ammirato per l’arte elargita, ne sarà custode. Non ha fatto della sua arte commercio e ne andava fiero. Purtroppo questo ha significato per lui un’emarginazione e un danno non da poco. E’ seguito l’oblio. Più di uno mi ha sconsigliato di procedere nel recupero. Finalmente la persona che mi è più cara ha sentenziato: “Luciano era amico tuo?”. Alla risposta affermativa è seguito: “Allora fallo, prenditi cura di Luciano”. Ed eccomi qua a sorvegliare e vigilare sul forte valore affettivo di una vicenda che mi pone a sostegno di un’artista che ha spaziato per le strade di Stia e inondato di colore il Museo dell’arte della lana in una delle sue ultime mostre.  Non ti permetterò di uscire completamente dalla vita di chi ti ha amato e conserva di te, caro Luciano, un ricordo affettuosissimo.


UN AMICO SPECIALE, LUCIANO SCHIFANO

da I pennelli del Magico Divino, L’equilibrio, l’uomo e la sua icona

Un uomo dalle mille sfaccettature, un artista fra i più completi. Pittore, architetto, ingegnere, scultore, uomo dalle mani d’oro, come il re Mida qualsiasi cosa tocca diventa d’oro. Uomo e nello stesso tempo bambino, con un cuore da bambino di fronte alla bellezza della natura, agli uccellini, alle fronde sospinte dal vento. Con i colori forti, con i disegni che parlano, pur nel loro stile quasi infantile, sa donare all’arte il fanciullo che è in tutti noi. Un artista a tutto campo che sa cogliere il bello, trae forza e coraggio espressivo dalla natura che lo circonda, va avanti per la sua strada con la determinazione di chi ha l’animo pulito e intatto.

Pennellate decise, tratti definiti, forme sicure, senza tentennamenti che arrivano dritto dritto al cuore accompagnate da un’emozione ferma e in movimento, stabilita e provvisoria. L’emozione parte da lontano, si sposta veloce, lascia interdetti, senza difese, in balia completa del bello della creatività. Colore e luce in perfetta armonia, impastati in un’energia che pervade.

Uomo d’altri tempi, Luciano Schifano, che si discosta in modo netto e determinato dagli altri, dall’arte fatta commercio, che dice grazie a Dio per avergli regalato un bene senza prezzo. E questo bene prezioso decide, a un certo punto della sua vita, di mettere a disposizione di chi è stato meno fortunato, di chi lotta e vive arrampicandosi ogni giorno in un cammino tutto in salita. Il talento diventa mezzo per veicolare la ricerca, l’ingegno e l’abilità diventano il sostegno per arricchire la vita degli altri, le sue doti, il suo stile, diventano impegno, il genio è all’opera per la ricchezza del dono. Dare senza un fine, con la gratitudine interiore per quello che è stato possibile, grazie alla propria arte, dare. Questa la spinta che Luciano Schifano mette nel suo operato.

Il pensiero di Luciano Schifano è quello di un uomo fermamente convinto che l’arte si ottiene mettendo insieme, coniugando talento e fede. Dedicare la vita all’arte significa grandi sacrifici in nome dell’etica, della deontologia, del comportamento che un uomo retto deve tenere nel corso della propria vita. É l’etica calata in tutte le proprie azioni, come una cosa normale, un comportamento costante, un costume di vita.

Le sue opere ci chiedono di ritornare ai buoni sentimenti, alle cose semplici, alla vita della campagna, ritornare alla grande madre terra, a quegli uomini, a quei contadini che si piegano fino a toccare la terra senza sforzo, operano con la zappa in mano in modo naturale. I suoi prodotti ci dicono che è tempo di invertire la rotta, ci ricordano che si è passati in modo troppo repentino dalla ruralità all’industrializzazione. I suoi frutti ci ricordano che ora è giunto il tempo di tornare alla terra, in modo nuovo, con l’introduzione di nuovi mezzi, senza dedicare tutta la giornata al lavoro dei campi, ma portando addosso il dono, quello che il Novecento ci ha regalato. Il contadino imprenditore deve ritornare a fare il contadino senza dimenticare la macchina, il contadino deve diventare artefice di nuovi percorsi, nuovi temi, portandosi appresso tutta la ricchezza della tecnologia, del computer che abbiamo accanto. Da Luciano Schifano ci giunge una spinta forte a riconquistare quello che rischiamo di perdere, troppo presi dal frenetico vivere quotidiano, troppo occupati a ottenere e mettere da parte nuovi beni. Il bene è lì, è quello che la natura ci offre spontaneamente e al quale dobbiamo ritornare con occhi nuovi, toglierci di dosso la pigrizia, renderci consapevoli che la macchina ci ha donato molto, ma che nello stesso tempo ci ha tolto anche il piacere di pensare. Abbiamo finito per impigrirci, stiamo tutto il giorno davanti ai nostri computer, li cerchiamo sempre più sofisticati, regalandoci una vita fatta di ricerca, dimenticando quello che abbiamo intorno, quel bene grande che è la natura. Artefici di nuovi percorsi, quello dobbiamo diventare, quello è il nostro obiettivo, smetterla di correre dietro alla vasta gamma di tecnologia che quotidianamente bombarda i nostri occhi, tenerne conto sì, non metterla al centro della nostra esistenza.

Devi essere coerente, rimanere sempre lo stesso, questo l’insegnamento dietro il percorso quotidiano di un grande artista che cerca di mantenere costante il proprio pensiero attraverso un cammino di salute, energia, fede. Un uomo concreto che va dritto verso il proprio obiettivo, senza guardarsi intorno, senza essere facile preda di mode e modi di essere. Un uomo che sa ascoltare quello che vede, ne trae spunto per una riflessione per poi giungere, per trarre le proprie conclusioni. Le nostre orecchie sentono molte chiacchiere, i fatti spesso sono assenti, il pensiero abbandonato in qualche angolo lontano. Riposizioniamolo nel posto che gli spetta di diritto.

In questo contesto si inseriscono i giovani. Gli anziani devono lasciare spazio ai giovani, devono dare loro l’opportunità di inserirsi nel mondo dell’arte, del lavoro, dell’impegno quotidiano, bisogna diventare pionieri restituendo respiro ai ragazzi, dare l’insegnamento con il proprio operato, non c’è bisogno di parole, è sufficiente l’apparire della propria costante rettitudine. Insegnare ai giovani a non percorrere sempre le stesse strade, ma insegnare loro a cercarne di nuove, coniugando passato e presente in una visione a tutto campo che comprenda vecchi modi di vedere e metta in campo nuovi occhi per una nuova realtà tutta da costruire. Fai fatica, spesso gli altri non capiscono, sono troppo presi da percorsi veloci, troppo abituati a ottenere tutto e subito. Non è così.

Un uomo diverso, il Maestro, un uomo concreto intriso di fantasia, fatto di poesia che cerca e individua nelle persone, nei luoghi, l’arte che gli va incontro e diventa un modello di vita. E ci mette dentro la genialità di un uomo sempre a contatto con la natura, mentre cerca con tutte le forze di far rispettare il proprio stato d’animo, un uomo, un artista che vive costantemente sul filo del rasoio consapevole del grande miracolo che il Buon Dio nella sua immensa misericordia e generosità ha voluto offrirgli, il miracolo di essere riuscito fin qui a vivere del bello, dei colori, dell’arte priva di contaminazioni. Un uomo non all’asta, cosciente del fatto che non tutti sono pronti a onorarti, tu sei un uomo all’opera non per fare gli affari propri, ma in modo che la cultura percorrala propria strada. Un’opera fresca e giovanile, con continue ventate di colore che riconducono alla felicità, al volto spensierato del bambino.

Lorena Fiorini


Principali Esposizioni Personali

Bibliografia selezionata

1966
Sergio Denti, Raccolta Lungarno, presentazioni di Piero Bargellini e Alessandro Parronchi, Edizioni Contemporarte, Firenze.

1968
Corrado Marsan, Sette presenze nell’arte italiana, Edizioni Contemporarte, Firenze • Tommaso Paloscia, L’uomo e l’automobile, in “Nazione Sera”, Firenze, 1 marzo.

1969
Piero Bargellini – Vittoria Corti, I Taschinabili, n. 1, Edizioni Contemporarte, Firenze.

1971
Bruno Dozzini, Schifano, La Nuova Foglio Editrice, Macerata.
Giuseppe Rosato, Galleria Salotto. Da Berrocal a Schifano, in “Il Resto del Carlino”, Ed. Pescara, 27 luglio.
Renato Civello, Schifano e la grafica, in “La Nazione”, Firenze, 12 ottobre.

1972
A. Brissoni, La natura morta italiana contemporanea, Edizioni d’Arte Il Fiorino, Firenze.

1973
Nicola Rilli, Pinocchio in casa sua. Da Firenze a Sesto Fiorentino, Giorgio & Gambi Editori, Firenze.
Catalogo della Grafica Internazionale, La nuova Foglio Editrice, Macerata.
Eugenio Montale. Cinquanta anni di poesia, Edizione italo-francese Mondadori/Gallimard, per le illustrazioni La Nuova Foglio Editrice, Macerata.
Luciano Budigna, Luciano Schifano pittore, Edizioni d’Arte Ghelfi, Verona.
Renato Civello, Luciano Schifano grafico, Edizioni d’Arte Ghelfi, Verona.
Renato Civello, Schifano e la grafica, in “Secolo d’Italia”, Roma, 3 agosto.

1975
Guglielmo Petroni, Luciano Schifano, Russo & Russo Editori, Roma.

1977
Renato Civello, Schifano. I collages, Russo & Russo Editori, Roma.

1979
Schifano. Antologica 1968-1978, catalogo, presentazione di Vincenzo Paroli, Castello Pasquini, Castiglioncello, Edizioni Di Lauro, Roma.
Tommaso Paloscia, A Castiglioncello arte e cultura, per dare un senso all’estate, in “La Nazione”, Firenze, 1 agosto.
Wanda Lattes, Schifano e il colore, in “La Nazione”, Firenze, 31 agosto.
A. Brissoni, Schifano. Antologica al Castello Pasquini di Castiglioncello, in “Prospettive d’Arte”, n. 28, Milano, 1 settembre.
Carlo Giacomozzi, Antologica di Schifano. Un lungo viaggio nell’inconscio, in “Vita Mattino”, Roma, 7 settembre.
Pier Mario Pucci, Un’antologica a Castiglioncello. I colori di Schifano, in “Il Tirreno”, Livorno, 12 settembre.

1982
Luciano Schifano. Immaginiamo un tema sacro, testo di Gastone Favero, per l’VIII centenario della nascita di San Francesco, Sacro Convento di San Francesco, Assisi, Edizioni Vallecchi, Firenze.
Gastone Favero, Luciano Schifano per l’VIII centenario di San Francesco, catalogo X Mostra Mercato Nazionale di Antiquariato, Firenze.
Toti Carpentieri, Schifano. Pittura in forma di collage, in “Quotidiano di Lecce”, 14 dicembre.

1983
Luciano Schifano. Immaginiamo un tema sacro. Il simbolo di San Francesco, presentazione di Nicola Gandini, cartella di 2 stampe in fototipia, Fratelli Alinari Stamperia d’Arte, Firenze.
Luciano Schifano. Il mondo della campagna, presentazione di Enzo Fabiani, catalogo, Casa della Cultura, Livorno.
Luciano Schifano. Il mondo della campagna, presentazione di Mario Trufelli, cartella di 4 stampe in fototipia, Fratelli Alinari Stamperia d’Arte, Firenze.

1984
Ignazio Mormino, Luciano Schifano. Passione e poesia, in “Il Giornale di Milano”, 16 marzo.
Toti Carpentieri, Luciano Schifano. Santa Africa, in “Prospettive d’Arte”, n. 65, Milano, marzo-aprile.

1986
Everardo Dalla Noce, I raffinati arabeschi di Luciano Schifano, in “Arte e Cronaca”, n. 1, maggio.

1987
Vittorio Bottino, Ritorno nella galleria Accademia. Serenità di Luciano Schifano, in “Corriere di Torino e della Provincia”, 17 aprile.

1988
Luciano Schifano. La provocazione del colore, testi di Flavio Caroli e Toti Carpentieri, catalogo, Castello di Carlo V, Lecce, Edizioni Mazzotta, Milano.
Omaggio a Luciano Schifano, testo di Carlo Munari, catalogo, Palazzo della Ragione, Mantova, Paolini Editore, Mantova.

1990
Luciano Schifano. Firenze 90, presentazione di Francesco Nicosia, cartella di 4 stampe, Edizioni Nuova Zincografica Fiorentina, Firenze.

1993
Primitivi europei del XX Secolo, catalogo, Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, Firenze, Editrice Electa, Milano.

1996
Gilberto Madioni, I colori di Schifano. Antologica 1968-1978, in “Il Cittadino”, Siena, 13 giugno.
Massimo Biliorsi, Franco Cardini. Mezza giornata col Drappellone di Schifano, in “La Nazione”, Ed. Siena, 15 giugno.
Gaia Tancredi, Schifano. Ecco il mio Cencio, in “Corriere di Siena”, 18 giugno.
Gilberto Madioni, Schifano. Un tocco magico per il drappellone, in “Il Cittadino”, Siena, 25 giugno.
Gilberto Madioni, Schifano. Un inno alla gioia, in “Il Cittadino”, Siena, 27 giugno.
Massimo Biliorsi, Cencio. Nei colori il segno del destino, in “La Nazione”, Ed. Siena, 28 giugno.

1997
Lucio Cabutti, Arte Profili, in “Arte Mondadori”, Milano, maggio.
Il colore del sole. 100 opere di Luciano Schifano, prefazione di Franco Cardini e Francesco Gurrieri, testo di Lucio Cabutti, catalogo, Complesso di Santa Giuliana, Perugia, Edizioni Zeta, Perugia.
Sergio Innocenti, Schifano. Del moderno storico, in “Corriere dell’Arte”, 6 dicembre.

1999
Luciano Schifano, Transumanza, Palazzo Piccolomini Pienza, catalogo: Testi di Bruno Santi, Gianni Conti, Pier Giorgio Solinas, P. Clemente, M.D. Ripullone, Edizioni Bandecchi & Vivaldi, Pontedera.

2000
Veronica Tomassini, Schifano. Porto con me la luce aretusea, catalogo, in “La Sicilia”, Ed. Siracusa, 31 maggio.
Luciano Schifano. I due Soli, Museo Civico – Piazza del Santo, Padova. Catalogo, presentazione di Giustina Mistrello Destro, testi di Franco Cardini, Bruno Santi, Gianni Conti, Vittorio Trolese e Francesco Nicosia, Edizioni Bandecchi & Vivaldi, Pontedera.
Ines Thomas, Nel Museo Civico del Santo. Due soli e una fontana in mostra, in “Il Gazzettino”, Ed. Padova, Venezia, 28 settembre.
Massimo Nardin, Una fontana griffata pensata per Padova, in “Il Mattino” di Padova, “La Tribuna” di Treviso, “La Nuova Venezia”, 29 settembre.
Umberto Marinello, Francesco e Antonio secondo Luciano Schifano, in “La Nuova Padova Sindacale”, 20 ottobre.
Allegra Camerino, Due soli per un artista, in “Gazzettino di Padova”, Supplemento del Venerdì, novembre-dicembre.
Fiorenza Conti, Francesco e Antonio: la vera luce di Schifano, in “La Padania”, 2 dicembre.
Mimmo Di Marzio, Il fauvismo religioso dell’“altro” Schifano, in “Il Giornale”, Album Cultura, Milano, 4 dicembre.
Isabella Sermonti, Schifano e Francesco, in “L’Agenzia di Viaggi”, 5 dicembre.
Anna Dall’Angelo, Antonio e Francesco nell’arte di Schifano, in “La Voce dei Belici, 10 dicembre.

2007
F.L. Pallium, Dal Nobile alla sacralità. L’evoluzione del drappellone dalle origini a oggi 1994-2007, Betti Editrice, Siena.

2008
Alessandra Del Vecchio, Schifano. La meraviglia del sogno, in “Qui Salento”, ottobre.

2011
I pennelli del magico divino. L’equilibrio, l’uomo e la sua icona, testi di Luciano Schifano, Franco Cardini, Lorena Fiorini, Claudio Cestelli, catalogo, Ex Lanificio Palagio Fiorentino, Stia, Edizioni Bandecchi & Vivaldi, Pontedera.
Claudio Zeni, Opere d’arte al Lanificio di Stia. In mostra 50 dipinti di Luciano Schifano, in “Nuovo Corriere Aretino”, agosto.

2012
Luciano Schifano. So: come sono, e come sarò, Società Arte Manifattura e Commercio, Palazzo de La Salle, Valletta, Malta. Catalogo presentazione di Joseph A. Filletti, testo di E.V. Borg.

2014
Nicola Micieli, Luciano Schifano. Per un mondo migliore. La Fontana delle 3G, l’itinerario francescano e altre stazioni, testimonianze di Franco Cardini, Gastone Favero, Bruno Santi, Luciano Schifano, Vittorio Trolese, monografia, Edizioni Bandecchi & Vivaldi, Pontedera.